lunedì 4 febbraio 2013

Da oggi, potete trovare sullo store online di Amazon la versione Kindle:

E-Government ed E-Democracy. Risposte concrete alla crisi globale

"Come possono servizi e iniziative legate all'E-Government e all'E-Democracy, cambiare 
concretamente la società in cui viviamo? Possono essere queste, le risposte corrette ad una necessità di ottimizzazione ed evoluzione in una situazione di crisi economica? La risposta è affermativa. Ma non basta. E-Democracy significa infatti soprattutto trasparenza in virtù di nuove necessità di democrazia e chiarezza nell'utilizzo di fondi pubblici e della "cosa pubblica".




sabato 12 gennaio 2013

Malaga SmartCity: Un modello di gestione energetica


Se pensiamo alle Smart City come ad un organismo, potremmo dire che la "Smart Grid" rappresenta l'apparato linfatico. Al posto di sangue e vene però, qui abbiamo una vera e propria rete elettrica intelligente, collegata a micro fonti di energia rinnovabile, come pannelli fotovoltaici, mini pale eoliche e strumenti di ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse energetiche. Ottimizzare, è certamente la parola chiave. 

COSTO ENERGETICO RIDOTTO DEL 50%

Controllare ma anche contabilizzare. Il sistema digitale che a Malaga ha permesso di ridurre le spese di consumo energetico del 50%, gestisce e registra tutte le informazioni energetiche del quartiere di Playa della Misericordia, non solo permette di monitorare l'utilizzo di energia di ogni fonte (dando la possibilità di regolarla e quindi risparmiare), ma contabilizza anche informazioni utili alla riemissione in rete dell'energia in eccesso, garantendo anche un enorme risparmio in termini economici per le famiglie. 


Le informazioni, insomma, devono poter viaggiare da ogni punto della rete (sia che produca energia, la consumi o entrambe le cose), a qualsiasi altro punto, sul modello di ciò che accade con i computer connessi a internet. Ogni nodo è controllato da un computer centrale e può essere riparato o aggiornato a distanza in caso di guasti. Le informazioni viaggiano sulla rete elettrica grazie alla tecnologia Plc. Alle estremità della rete ci sono i contatori elettronici, tecnologia italiana.

Un modello intelligente di sviluppo energetico applicato ad una città "pilota". In attesa che tutto questo, un giorno, si possa vedere anche nelle nostre case.

domenica 30 dicembre 2012

Ecco le 3 Cose che cambieranno il mondo del Social Shopping nel 2013

Il 2012 è stato l'anno che ha consacrato i gruppi di acquisto online 


Già nel 2011 in Italia questo tipo di e-commerce è risultato determinante per la crescita globale del mercato del commercio elettronico. Come sottolinea Cristina Papini (research analytics sales director di Nielsen) “Con 10,2 milioni di utenti, pari a circa il 35% dei navigatori, nel 2011 il social shopping ha registrato in Italia un vero e proprio boom” . 

 Il 2012 non è stato da meno, confermando i trend di crescita e vedendo nascere un nuovo sito web nel panorama italiano capace di evolvere il concetto "americano" di Social Shopping, in qualcosa di nuovo e più adatto alla realtà italiana. Sviluppato da giovani imprenditori locali del settore IT, Tippest.it porta per la prima volta il Social shopping sulla riviera con il più alto indice turistico in Europa, coinvolgendo da subito migliaia di cittadini nelle principali città della Romagna e diventando in soli 4 mesi il punto di riferimento locale per l'acquisto di offerte on line.

La ricetta di Tippest è semplice e assolutamente diversa dallo standard "made in USA". Concentrarsi sulla territorialità, garantendo qualità delle offerte e assistenza ad utenti ed esercenti e, contemporaneamente, esercitare un forte impatto mediatico locale utilizzando social media, quotidiani online e media del territorio come radio, TV e quotidiani cartacei.

Il potenziale di questa innovativa piattaforma pubblicitaria è enorme, e mentre il sito cresce ogni mese del 37%, vengono progettate per il 2013 le 3 caratteristiche che danno il titolo all'articolo.

La prima svolta è rappresentata senza dubbio dal mercato Mobile, che in Italia ha visto durante la prima metà del 2012 un incremento del 75% nell'utilizzo di smartphone. E' la nuova frontiera del mondo digitale e il Social Shopping, avanguardia del settore e-commerce, non può far altro che portarsi avanti. Vengono così sviluppate le prime App dedicate all'acquisto collettivo (disponibili sia per Apple che per dispositivi Android) che permettono di geo-localizzare l'utente, mostrargli le offerte più vicine a lui e permettergli di acquistarle e di consumarle istantaneamente.

Il secondo punto che vedrà cambiare il mercato del Social Shopping è rappresentato dall'innovativo utilizzo dei Social Media che, primo fra tutti Tippest.it, sta sviluppando. Questo nuovo utilizzo non riguarda unicamente l'uso di Facebook, Twitter e i loro fratelli, per aumentare l'engagement con utenti fidelizzati, ma vede (aggiungerei "finalmente") nascere una vera e propria "community geo-localizzata". Utenti della stessa città, visualizzano solo offerte pertinenti con il posto in cui abitano e possono condividere e parlare di offerte legate a luoghi vicini, in cui incontrarsi "dal vivo".

Un nuovo modo di vedere i Social Media, che li trasforma, da meri contenitori di user-generated content, in luoghi di discussione su locali e attività commerciali "reali", sviluppando contemporaneamente una forma di buzz-marketing (il comune passa parola) per gli esercenti, e una forma di opportunità di acquisto "scontato" per gli utenti.

La terza strada che il Social Shopping "geo-localizzato, mobile e social" percorrerà nel 2013 è quella della "user-generated advertising", ovvero la pubblicità generata dagli utenti stessi, non solo attraverso il passa-parola, ma attraverso l'utilizzo di Social Media dedicati. Questa via, già intrapresa ad esempio da alcuni Social Shopping locali di cui abbiamo parlato, punta - a differenza del modello americano - sulla qualità dei locali e dei servizi, proponendo una forma di "scambio" fra l'esercente e l'utente. Parlando ad esempio della ristorazione, avremo il caso del ristorante di alta classe (che normalmente non si sognerebbe di aderire a Social Shopping "americani"), che, aderendo a Social Shopping geo-localizzati, fornisce un servizio con un forte sconto, NON unicamente in cambio di un enorme numero di clienti, che -spesso- mettono in difficoltà il ristorante stesso, ma in cambio di un accettabile numero di clienti -del posto- che, trattato nel migliore dei modi, genererà contenuti su Social Media dedicati alla ristorazione come, ad esempio, Tripadvisor. Un ritorno di clienti e pubblicità permanente, con ristoratore e cliente soddisfatti.

domenica 1 luglio 2012

Un'Agenda Digitale per il più piccolo stato del mondo.


Come è possibile cambiare un sistema di potere basato su clientelismo e inconsapevolezza in uno stato di 32 000 abitanti? E’ a questa domanda che si è cercato di rispondere la sera del 31 Maggio a Chiesanuova. Un argomento spinoso e scomodo, che ho personalmente cercato di trattare nel modo più pragmatico possibile, attraverso un breve intervento sul tema dell’Agenda Digitale della Repubblica di San Marino.


Un tema, quello dell’Agenda Digitale, che negli ultimi mesi è al centro del dibattito delle nazioni unite e dell'Europa in materia di sviluppo economico. Lo disse Obama, lo ribadì Mario Monti, vedendo in questo argomento l’unico a cui non far mai mancare finanziamenti e possibilità di sviluppo. A prescindere dal Fiscal Compact europeo, dalla politica del rigore e da tutto il resto. Come a dire: “taglieremo tutto, tasseremo le imprese e i cittadini, ma sull’agenda digitale investiremo. Perché è vitale per lo sviluppo economico e sociale dei prossimi 50 anni”.

Nell’antica repubblica sul Titano non solo non è mai esistito un piano di sviluppo di questo tipo, ma non se ne è mai neppure parlato seriamente. Andiamo ad osservare un breve riassunto dell’intervento della serata del 31 Maggio, in modo da chiarire anche a chi non è del settore, di cosa stiamo parlando e cosa si potrebbe fare nella piccola San Marino.
Partiamo dall’inizio: Che cos’è l’agenda digitale? Semplificando al massimo, possiamo dire che si tratta di un piano di sviluppo (con date e tempi) che fa uso di tecnologie digitali per migliorare la vita della cittadinanza creando valore aggiunto nei nuovi mezzi di comunicazione.
Il cuore dell’Agenda Digitale della Repubblica di San Marino è formato da 4 capisaldi: Istruzione, commercio elettronico, trasparenza, accesso ai dati.

Per quanto riguarda l’istruzione, l’argomento sarebbe vastissimo. A Chiesanuova, nella serata del 31, abbiamo visto come ad esempio l’utilizzo di tecnologie di videoconferenza in tempo reale siano state utilizzate in Emilia Romagna per permettere l’integrazione linguistica fra alunni di scuole medie italiane e alunni stranieri. L’obiettivo, il bilinguismo “perfetto”, è una delle proposte che andrebbero analizzate seriamente sul Titano. Un'opportunità capace di rendere il nostro piccolo territorio, un ambiente fertile per investimenti stranieri di alto livello investendo sui nostri ragazzi. Sull’istruzione si potrebbe parlare anche di e-book, di digitalizzazione dell’offerta formativa e di tanto altro. In generale, ognuno di questi interventi è realizzabile con investimenti molto bassi (basti pensare che il progetto di cui ho parlato, in Emilia Romagna è stato realizzato con circa 2000 euro a scuola) ma garantisce per il futuro uno sviluppo professionale indispensabile.
Il secondo punto fondante dell’Agenda Digitale riguarda il commercio elettronico. Forma di commercio ancora non regolamentata in Repubblica e carente sotto tutti i punti di vista. Nella realtà sammarinese, risulta vitale sviluppare un sistema di norme che sappiano incentivare questo tipo di scambio commerciale, ad esempio agevolando fiscalmente il fatturato derivante da transazioni on line.
E’ un po’ come se durante l’epoca delle Repubbliche Marinare, ci fosse stata data la possibilità di costruire un porto capace di competere con i più importanti del mediterraneo, ma non lo avessimo fatto. “No grazie, noi abbiamo già la nostra fiorente economia locale”.

Il nuovo mercato mondiale è on line. Questo è evidente. Basta guardare i bilanci e i fatturati delle aziende europee, che vedono la voce “online” moltiplicarsi esponenzialmente ogni anno. Chi non lo riconosce ci sbatterà il muso nei prossimi 5 anni. Quando sarà troppo tardi.
L’agenda digitale, vuole incentivare, basandosi su norme europee di sviluppo, sia l’incentivazione allo sviluppo per le attività commerciali, sia l’incentivazione all’utilizzo di queste tecnologie da parte della popolazione. A proposito. Nell’epoca dell’e-commerce, si risolve anche un “piccolo” problema chiamato riciclaggio di denaro.
Niente contanti, niente riciclaggio.

Il quarto punto, è quello che riguarda la riforma delle istituzioni attraverso sistemi di democrazia diretta e trasparenza totale. Sono ormai decine gli esempi di città e paesi nel mondo che stanno adottando sistemi di controllo della spesa pubblica da parte della cittadinanza, al fine di evitare clientelismi e giochi di potere. Controllo totale significa trasparenza completa su ogni euro speso dallo stato. Capire come vengono spesi i soldi dello stato è il primo passo per cambiare il nostro modo di sentirci cittadini. Deve entrare nella mentalità generale il concetto che quei soldi... sono i nostri soldi. Capire come e perché vengono finanziati alcuni progetti e come questi progetti a loro volta spendono risorse pubbliche è fondamentale.
Trasparenza significa, semplicemente, informazione. E l’informazione è la vera democrazia. Quando il popolo sa come vengono spesi i soldi, la politica perde ogni suo brutto vizio. Provare per credere.
L’ultimo punto, ma non per importanza, riguarda l’accesso ai dati. Stiamo parlando prima di tutto di accesso alla rete. Wi-Fi gratuito, banda larga e ultra larga, fibra ottica e Wi-Max. Il diritto all’informazione on line come uno dei principali diritti del cittadino. Da preservare e garantire. Accesso ai dati significa anche avere la possibilità di utilizzare, da parte di attività private, i dati “dormienti” della pubblica amministrazione. Un ammasso di dati inutilizzati su territorio, ambiente e infrastrutture, che potrebbero essere utilizzati per creare servizi e posti di lavoro. Se non ci credete, possiamo osservare come a Londra, a Firenze e in centinaia di città nel mondo, la semplice volontà di aprire le porte e i cassetti delle istituzioni, abbiano portaro sviluppo, lavoro e democrazia dove prima erano clientelismo, disoccupazione e oligarchia.
E’ il momento di parlare di queste cose anche a San Marino. Altrimenti, sarà sempre troppo tardi.