lunedì 27 dicembre 2010

Voci dal Titano/3: Intervista a Giovanni Lonfernini


A circa 72 ore dal nuovo anno, pubblico la terza intervista della serie "Voci dal Titano", che ha l'obiettivo di raccogliere testimonianze da parte di personalità politiche della piccola repubblica sul monte Titano.

Mi piacerebbe che queste interviste fossero d'aiuto a chiunque voglia capire veramente il pensiero politico di questo paese. Un pensiero tutt'altro che scontato e spesso e volentieri soffocato da vicende e storie che poco hanno a che vedere con la politica vera. Quella fatta di proposte e di iniziative. Una politica che parla di territorio, di investimenti e di persone che vivono su un piccolo monte in mezzo all'Europa.

Quest'ultimo è un punto importante. Troppo spesso, la nostra classe dirigente dimentica che San Marino non è un piccolo paese dentro all'Italia.

La Repubblica di San Marino, è uno storico ed orgoglioso paese indipendente al centro dell'Europa. Quando si parla di storia e di democrazia, le dimensioni contano poco.

Tornando a noi, oggi sentiremo il pensiero di Giovanni Lonfernini.
Ha ricoperto la carica di Capitano Reggente della Repubblica di San Marino da Ottobre 2003 ad Aprile 2004, insieme a Valeria Ciavatta. È membro del Gruppo dei Democratici di Centro.
Segretario Politico del Partito Democratico Cristiano Sammarinese dall' aprile 2002 al Febbraio 2005. Segretario di Stato alla Cultura dal Febbraio 2005 al luglio 2006.

Dopo una fase di forte scontro con la dirigenza del Partito Democratico Cristiano Sammarinese, insieme ai colleghi Pier Marino Mularoni, Rosa Zafferani e Cesare Antonio Gasperoni ha fondato il 26 marzo 2007 il Guppo dei Democratici di Centro.

Ha ricoperto il ruolo di Coordinatore del Movimento dei "Democratici di Centro" dal 27 settembre 2007 all'Aprile 2010.

È stato Presidente della Commissione Consigliare Permanente Affari Esteri e Politici dal Gennaio 2008. Rieletto in Consiglio Grande e Generale, nella lista dei Democratici di Centro, in occasione delle elezioni politiche del 9 novembre 2008.

E' Presidente del Gruppo Consigliare dei DdC dal Maggio 2010.

In un'intervista uscita nei giorni scorsi sulla Voce di Romagna, lei ha parlato di “Paese alll'angolo”, paventando il rischio di uno scontro sociale dopo l'attuazione della prossima finanziaria. Nel testo, lei parla della necessità di trasparenza finanziaria e anche di integrazione con i sistemi economici esterni. Altri politici sammarinesi si sono però rivelati molto diffidenti e pessimisti su questi fronti. Cosa ne pensa?

Si tratta di un percorso ineluttabile. Chi ancora continua a vivere sul ricordo dei “famosi capisaldi degli anni 90” è pericolosamente fuori tempo. Più che diffidenza e pessimismo vedo in alcuni settori, non solo della politica, una mutazione gattopardesca per certi aspetti patetica.

Mi riferisco a chi nel 2006 determinò pressioni per fare saltare la firma degli accordi con l’Italia in materia di cooperazione economica, con conseguente collegamento della ratifica dell’accordo già firmato contro le doppie imposizioni, e oggi veste i panni del paladino della trasparenza. La firma avrebbe dovuto costituire il primo passo di una più ampia strategia d’integrazione internazionale.

Una volta normalizzati i rapporti con il più vicino Stato di riferimento, infatti, il sistema avrebbe potuto beneficiare di un allargamento delle relazioni internazionali, riducendo i rischi, oggi evidenti, dell’esposizione forzata verso un unico mercato. Oggi, a quattro anni di distanza, siamo di fronte ad uno scenario opposto: San Marino sollecita la controparte italiana per arrivare alla firma degli accordi a suo tempo rifiutati.

Nel frattempo il nostro sistema finanziario è alle corde costretto a subire unilateralmente decisioni esterne. Per questo dico che siamo all’angolo.

Quali prospettive ha questo paese secondo lei?

Per la società sammarinese si tratta di accettare una sfida storica: la più antica repubblica del mondo dovrà saper rigenerare se stessa in questo primo scorcio di nuovo millennio, attraverso uno sforzo collettivo e unitario, e cogliere l’occasione posta dall’attuale difficile crisi per andare oltre gli standard che le sono stati imposti e dimostrare un’autonoma volontà di acquisire capacità produttive d’eccellenza.

Per far ciò dovrà saper attrarre dal mondo esterno forze creative e metterne a frutto il contributo per diventare un attore – sia pur piccolo – dell’economia globale. Cruciale sarà, a tal fine, non soltanto individuare i necessari interventi, ma anche il riuscire a dare grande visibilità agli interventi intrapresi attraverso un’efficace politica di comunicazione delle scelte operate.

Uno dei primi passi è comunque quello di Rafforzare la cooperazione con l’Unione Europea. San Marino deve richiedere l’adesione all'Unione Europea, stante soprattutto la circostanza sempre più evidente delle crescenti imposizioni da parte UE di condizioni di adeguamento a regole e standard europei a fronte dei mancati diritti e vantaggi derivanti dal non essere membro dell’unione.

La Repubblica dovrà mirare in ogni caso a rafforzare la collaborazione con l’Unione, in particolare con l’Eurosistema per i benefici che da ciò ne deriverà per il processo d’internazionalizzazione finanziaria

Uno degli effetti più evidenti della crisi sociale che sta investendo il nostro paese è la frattura che si sta formando fra la politica e la cittadinanza. Come crede sia stato possibile, in un paese piccolo come il nostro?

Il “boom” economico degli ultimi 20 anni ha inciso fortemente. Personalmente non demonizzo lo stato di benessere raggiunto. E’ chiaro però che collateralmente a questo fatto vi sono state delle distorsioni a partire dall’aumento di occupati sotto la Pubblica Amministrazione, la conseguente creazione di un Paese a due velocità -da una parte il pubblico dall’altra parte il privato - ed infine la mancanza di un progetto di sviluppo ben ancorato all’evoluzione della comunità internazionale ed ai suoi standard. Con la crisi economica tutto questo è stato messo a dura prova.

Come possiamo uscirne?

Soltanto lavorando per un nuovo Patto Sociale sulla produttività e la crescita. Pensare quindi ad un nuovo patto sociale tra imprese, organizzazioni sindacali e Governo dopo il deludente fallimento del tavolo tripartito. Il crescente peso della spesa pubblica ed un processo di globalizzazione in continua espansione impongono un’approfondita riflessione sui meccanismi di funzionamento e di governo moderno del nostro sistema economico.

Negli ultimi tempi si sentono storie di ogni tipo su San Marino. In particolare si parla spesso e volentieri di collegamenti fra politica, istituti finanziari e malavita organizzata. Quanto c'è di vero secondo lei?

Le rispondo in questo modo. Ho avuto l’onore di presentare – durante il dibattito sulla finanziaria –un emendamento dei Gruppi PSD-PSRS-SU-DdC teso ad introdurre un articolo intitolato “Lotta alla criminalità organizzata”. L’articolo – approvato all’unanimità – indica chiaramente che: “E’ dato mandato al Congresso di Stato di predisporre un’azione specifica per l’intensificazione della lotta alla criminalità organizzata al fine di realizzare un’effettiva qualificazione del sistema di controlli interni, del numero e della formazione delle risorse umane destinate, anche al fine di assicurare la massima continuità investigativa bilaterale attraverso lo scambio, la collaborazione ed i contributi di esperienza e di conoscenza nei confronti dei fenomeni criminali. Una relazione annuale dovrà essere presentata all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Grande e Generale”.

Crede che questo tipo di notizie "stupiscano" oppure crede che la popolazione fosse già in passato a conoscenza di queste situazioni "ambigue"?

L’idea dell’“isola felice” è da tempo che non è più in voga. Queste notizie però stupiscono sempre. Non credo possa essere diversamente. Non solo ci stupiscono ma ci colgono impreparati. In questo senso occorre una forte consapevolezza da parte delle istituzioni e – a ricaduta – di tutta la cittadinanza.

Esiste il problema dell'omertà a San Marino?

Esiste sicuramente il problema di non sentirsi liberi nel momento in cui un cittadino vuole prendere una posizione pubblica. Quando ciò accade si avverte la paura – spesso fondata – di essere classificato e catalogato.

Che opinione ha degli organi di informazione sammarinesi (Televisioni, giornali, portali web)?

Un’opinione positiva. Vi è stata un’indubbia evoluzione del settore negli ultimi dieci anni.

Crede che l'informazione a San Marino sia veramente libera ed indipendente?

Credo che la pluralità di fonti a cui attingere – compresi i siti web – sia un ottimo deterrente rispetto ai tentativi (che ci sono!) di orientare l’opinione pubblica.

Sempre a proposito di "democrazia dal basso". San Marino, è uno dei paesi al mondo con le più alte percentuali di utilizzo di internet da parte della popolazione. Uno studio sulla popolazione sammarinese condotto nel 2006 da due accademici (Gallina e Vertecchi) dice che non c'è da stupirsi, visto che il paese non ha praticamente né primo né secondo settore, mentre concentra quasi tutta la sua forza lavoro nel terziario avanzato. A questo proposito, una delle "parole nuove" della democrazia europea è E-Democracy, ovvero l'esercizio della democrazia attraverso l'uso delle nuove tecnologie. Pensa che questo tipo di pratica avrebbe terreno fertile in un paese come San Marino?

Penso che avranno una naturale ed invitabile evoluzione anche a San Marino. Vedo con difficoltà di applicazione – stante la nostra realtà - il tema del Voto elettronico.

Ma arrivare ad una Pubblica Amministrazione informatizzata credo sia non solo possibile ma doveroso. Personalmente sono a favore verso quegli investimenti e iniziative di adeguamento normativo per mettere a disposizione gratuitamente strumenti e tecnologie che aiutino i cittadini nella comunicazione e nell’acquisizione e produzione di informazioni.

Amy Gutman famosa teorica politica americana nonché preside dell'università della Pennsylvania, in un suo saggio affermava che la democrazia è una pratica che va insegnata, e che si dovrebbe puntare sulla formazione democratica nelle scuole. Non serve però andare in America per vedere pratiche di questo tipo. In Emilia Romagna ad esempio, ci sono progetti rivolti in questo senso, anche se i risultati sono incoraggianti ma non ancora soddisfacenti. Lei pensa che lavorare su una formazione democratica nelle scuole sia importante?

Assolutamente sì. Sono favorevole ad esempio al ripristino dell’educazione civica nelle scuole sammarinesi.

"Rinnovamento" è la parola che più spesso si sente ripetere dai politici sammarinesi. Siamo veramente alla fine di un ciclo, o anche questa volta basterà qualche piccolo sacrificio per mantenere lo status quo?

Il tema del rinnovamento politico si ripropone da anni, con una certa ritualità. Si tratta di un tema che – pur avendo come motivo principale l’obiettivo di raggiungere un cambiamento con cui si affermare idee, valori, istituti nuovi dal punto di vista civile, morale, politico – non rappresenta più una novità nel dibattito politico sammarinese.

Le ragioni di questo “stato di fatto” possono essere molteplici. Due, nell’arco degli ultimi venti anni, sono stati i passaggi sui cui – dal mio punto di vista – si è imperniata e successivamente strutturata l’impossibilità di un ricambio o, per meglio dire, l’ossificazione della classe politica sammarinese.

Il primo passaggio sicuramente si è originato e poi riscontrato nella crisi, avvenuta anche a San Marino, dei cosiddetti partiti tradizionali. Un dato difficilmente contestabile specialmente se rapportato alla difficoltà dei partiti a stare correttamente al passo con la nostra società. Una netta afonia, unita ad un’evidente mancanza di fiato, che ha creato un forte frammentazione ed una deleteria generalizzazione dell’offerta politica.

Se, infatti, è vero come è vero, che sino ai primi anni novanta i partiti erano in grado di riuscire a intercettare tra le proprie fila le variegate sfaccettature della comunità sammarinese, divenendo il riassunto più autentico della San Marino com’era, com’era stata e come stava diventando. Da quel momento in poi si è attuato purtroppo un meccanismo che ha ridotto i partiti a dei veri e propri carrozzoni elettorali.

Dei cartelli elettorali capaci sì a raccattare il consenso ma sempre più vuoti in termini di contenuti, idee e proposte. Il secondo passaggio, strettamente legato al primo, è stato rappresentato dall'alterazione dei meccanismi di selezione della classe dirigente. Le modalità di selezione della leadership e la vischiosità delle vecchie elite, favorita peraltro dalla scarsa aggressività delle giovani leve hanno poi fatto tutto il resto.

In questi anni si è cercato poi di “picconare” il sistema puntando sull’eliminazione del voto estero. Ma, dati alla mano, abbiamo visto come poi è andata a finire quando si sono fatti i conti delle preferenze. Ricordo, infatti, quanto masticavano amaro molti colleghi (della maggioranza e di minoranza) – a urne chiuse – leggendo e commentando le graduatorie elettorali.

Forse consapevoli del fatto di dover tener conto, ancora una volta, di una serie di equilibri che si sperava di vedere risolti per sempre. Parliamoci chiaro oggi percorsi di selezione della classe dirigente di un partito si valutano sulla base di due criteri: le qualificazioni necessarie per essere candidato (quindi chi è candidabile), ma soprattutto il potere di scelta sui candidati (ovvero su coloro che avranno l’obbligo di nominare e sostenere indistintamente la leadership che li ha scelti a sua volta).

Gli statuti dei partiti nostrani non pongono alcuna limitazione alle candidature, rendendo implicitamente possibile l’irruzione di figure esterne. Ma questa circostanza si è manifestata assai raramente, forse anche perché la vivacità della nostra società civile ha perso qualche colpo. Ma anche perché il potere di decidere sulle candidature è stato ed è legato spesso a logiche di voluta chiusura e di verticismo.

I protagonisti di una rinascita politica ed economica di un paese peculiare come San Marino non possono che essere i giovani. Crede nelle capacità della gioventù di questo paese?

Ho 34 anni. Sarei un vero pazzo se non confidassi sulle capacità dei giovani sammarinesi.

Siamo vicini al 2011. Cosa si augura per il nuovo anno?

Mi auguro che – dopo un periodo assolutamente schizofrenico – San Marino torni ad essere un “Paese Normale”.

Ringrazio Giovanni Lonfernini per la disponibilità.

Buon anno a tutti.

SM

venerdì 26 novembre 2010

Voci dal Titano/2: Intervista a Claudio Muccioli.

Propongo oggi la seconda delle interviste che ho raccolto. Sentiremo la testimonianza e le opinioni di Claudio Muccioli, dottore in medicina riconosciuto in campo internazionale e politico sammarinese. Ha ricoperto la carica di Capitano Reggente della Repubblica di San Marino da Ottobre 2005 ad Aprile 2006, assieme ad Antonello Bacciocchi. È membro del Partito Democratico Cristiano Sammarinese.

D. Siamo alla vigilia del Congresso del Partito Democristiano Sammarinese. Partendo dal presupposto che questo, è l'unico partito “popolare” dello stato di San Marino, quale può essere il suo ruolo nel prossimo futuro? Pensa che ne vadano ripensate alcune dinamiche?

R. La dimensione stessa del partito deve essere ricondotta alla sua identità e alla sua cultura, il PDCS rappresentava l’unico partito di riferimento per i cattolici in quanto c’era una rapporto diretto fra tutti coloro che avevano una cultura cristiana e il partito.

Questo determinava la grande rappresentatività di oltre il 50% della popolazione, quindi un grande partito popolare. Oggi, le tante suddivisioni che hanno portato diversi amici a formare altri partiti al di fuori della DC, ma con uguale cultura cattolica, determinano che questo rapporto di esclusività viene condiviso con altri. Il mio timore è che ulteriori suddivisioni o una diminuzione in percentuale della rappresentatività della DC possa creare una situazione simile a quella italiana in cui la Democrazia Cristiana Italiana è ora suddivisa in tanti rivoli fra loro non confluenti.

Per quanto riguarda le eventuali azioni da intraprendere per rimanere ad essere il partito di maggioranza relativa penso che sia necessaria una vera politica di aggregazione, in primo luogo con i partiti del Patto per San Marino (Coalizione di governo in carica NdG), che in fondo, sono gruppi usciti dal nostro grande partito, e successivamente anche un confronto aperto con coloro che pur nascendo dalla comune radice cristiana hanno fatto scelte più estreme. Se questo intento non riuscisse, penso che difficilmente si riuscirà a portare avanti una forte azione di politica e di governo.

Sicuramente la DC rimane l’unico partito con una sua larga rappresentatività nel contesto sociale a tutti i livelli, basti pensare alla nostra organizzazione capillare su tutto il territorio –vedi le sezioni di partito-, anche se al momento attuale le ritengo personalmente superate. Proprio per promuovere più incisivamente quella forma di aggregazione di cui parlavo prima, ritengo che si debbano sviluppare dei punti di incontro, trasformando le sezioni, nei cosiddetti circoli culturali, pur in forma ben organizzata e con una gestione di coordinamento del partito.

Uno degli effetti più evidenti della crisi sociale che sta investendo il nostro paese è la frattura che si sta formando fra la politica e la cittadinanza. Come crede sia stato possibile, in un paese piccolo come il nostro?

Lo scopo della politica è di adoperarsi per il bene comune, cioè adoperarsi per le classi più deboli della società, rinunciando ognuno ad una parte del proprio. Purtroppo gli esempi di questi anni non sono sempre stati improntati su questo principio, spesso ci si è adoperati per interessi di lobby e specifiche classi economiche a scapito di altre. Questo ha determinato la perdita di credibilità e progressivamente ha allontanato la gente ad interessarsi della politica.

Inoltre credo che anche nella politica, come è ben evidente nello sport, ci debbano essere degli esempi trainanti. In questo momento penso che a San Marino stiamo scontando da una parte la perdita di credibilità, dall’altra la mancanza di personaggi politici capaci di trascinare, di emozionare la gente, siamo in un passaggio generazionale che non ha ancora trovato i suoi eroi.

Negli ultimi tempi si sentono storie di ogni tipo su San Marino. In particolare si parla spesso e volentieri di collegamenti fra politica, istituti finanziari e malavita organizzata. Quanto c'è di vero secondo lei? La popolazione ne era già a conoscenza? Si può parlare di omertà?

Non sono molto esperto di economia e di sistemi finanziari, penso che ciò che stava accadendo, dal punto di vista finanziario, a San Marino, dove c’è stato un sviluppo del settore, senza una vera base strutturale e formativa, era evidente anche ad un bambino.

Certo, chiudere gli occhi faceva comodo a tutti, visto che tutti potevano godere dei benefici sia direttamente che indirettamente, soprattutto quando nella società il valore delle persone è determinato dal suo portafoglio rispetto a ciò che veramente fa per la società.

Sicuramente, e lo dissi anche in consiglio, abbiamo avuto un'economia drogata e fuori controllo e non ci possiamo meravigliare se l'Italia, oggi, ci costringe a ripensare al nostro sistema, in quanto la deregulation che si è venuta a creare è fonte di un grande pericolo anche per l’Italia.

In merito al discorso sulla malavita invece penso che stiamo scontando la vicinanza con la riviera romagnola, ricettacolo di ogni forma di organizzazione malavitosa.

Pensa che a san marino, in futuro si possa avere una legislazione pulita e in grado di far cambiare strada al paese?

Intanto, dobbiamo ricordarci che il mondo, dal 2008 è cambiato molto. Il G20 ha imposto controlli e politiche molto più severi avviando un processo inarrestabile sulla trasparenza con una lotta precisa al riciclaggio del denaro e al finanziamento al terrorismo.

San Marino non può più sottrarsi a queste regole.

Proprio a fronte di ciò il governo sammarinese nell'ultimo anno ha emesso nuove leggi, alcune fin troppo restrittive. Ora che abbiamo delle buone leggi manca per completare il quadro una organizzazione di vigilanza e controllo, composto da agenti, da magistrati capaci di far applicare le norme con la rigidità che il sistema richiede.

Parliamo ora di democrazia. Prima parlava di tornare nelle piazze, di "circoli". In alcuni paesi del nord europa e, negli ultimi anni anche in emilia romagna, sono state utilizzate le nuove tecnologie per fare esperimenti di democrazia dal basso, un modo di mettere in contatto diretto le istituzioni pubbliche e la cittadinanza. Pensa che questo tipo di pratica possa avere terreno fertile anche a San Marino?

Il contatto diretto fra istituzioni pubbliche e cittadinanza è la vera prerogativa di San Marino. Penso che la forza di questa comunità stia proprio nle privilegio di poter incontrare le istituzioni, tutte le istituzioni, anche quella dei Capitani Reggenti per chiedere e rendere conto dei vari operati.

Per quella perdita di credibilità, che accennavo prima, della politica forse la cittadinanza si è un po’ allontanata, non abbiamo più le file di persone che ogni mercoledì, giorno consueto di ricevimento dei segretari di stato, fanno ore di anticamera nelle varie segreterie di stato.

Comunque bisogna ricordare che San Marino ha una delle forme più avanzate di confronto fra cittadinanza e politica attraverso quell’istituto che sono le istanze d'Arengo, attraverso le quali ogni cittadino può sottoporre al giudizio del Consiglio Grande e Generale le sue problematiche.

Inoltre non dobbiamo dimenticarci che le sedute del Consiglio sono seguitissime da parte dei cittadini attraverso la radio e che spesso molti cittadini vengono direttamente nel palco del consiglio a seguire i lavori.

“Rinnovamento” è la parola che più viene invocata nell'ultimo periodo a San Marino. Crede nella capacità delle nuove leve di ripensarsi e di rinnovarsi?

Tutti invocano il cambiamento, ma nessuno veramente lo vuole. Tutti hanno paura di cambiare, per cosa poi per una situazione che può essere peggio?

Si sentono persone che sono state al governo 20 anni che sono le prime a dire che bisogna rinnovare, purché siano loro, con la loro esperienza, a tenere il timone. Si rinnova, ma solo a patto che le persone siano sempre le stesse.

Il vero cambiamento potrebbe nascere solo da una nuova classe dirigente, formata da una scuola politica. Tutto questo però al momento non esiste, e la gente arriva troppo facilmente, e in alcuni casi anche con arroganza, a ricoprire cariche politiche importanti.

Secondo me manca una specifica formazione, e la cosiddetta "gavetta", che è la condizione necessaria per sviluppare idee nuove, pensieri universalmente condivisi, politiche che trovano la loro azione su conoscenze e approfondimenti ben al di sopra della comune gestione.

Cosa ne pensa della proposta di un condono edilizio e fiscale “Tombale” avanzata in questi giorni da alcuni esponenti politici? Su cosa dovrebbe puntare secondo lei san marino per rinascere economicamente?

Per far rinascere San Marino penso che possano bastare poche ma semplici azioni, fortunatamente la nostra comunità è piccola e iniziative coraggiose e con certe peculiarità possono dare al paese il respiro necessario per una buona economia. D’altronde basti pensare come l’introduzione, alcuni anni fa, del sistema della monofase ha permesso lo sviluppo del paese in questi anni.

Personalmente penso che uno stato debba innanzitutto pensare ad una sua autonomia energetica, quando entrai in politica alcuni anni fa cercai di adoperarmi presso gli amici per creare a San Marino iniziative che potessero mettere San Marino in vantaggio, ed avere una sua autonomia, nell’ambito delle fonti di energia rinnovabili, anche solo organizzando a San Marino uno dei principali tavoli di confronto su questo argomento.

A volte, provocatoriamente, sollevo l’argomento di avere anche a San Marino una piccola centrale nucleare, che potrebbe sembrare una cosa azzardata ma pensate a come saremmo forti nei confronti del l’Italia costretta a comprare energia da noi...

Inoltre ritengo che il nostro sistema rimasto per troppo tempo, appiattito sull'economia italiana, debba ricercare una maggiore internazionalizzazione della sua proposta e della sua offerta commerciale.

Per quanto riguarda i condoni, secondo me si dovrebbe guardare con un'altra filosofia, non quella di raccogliere soldi, bensì quella di sanare tutte quelle situazioni irregolari che sono presenti sul territorio. Non possiamo permetterci di continuare ad avere due sistemi che operano in parallelo, quello di chi ha fatto sempre le cose in regola e chi ha fatto come gli pareva ma entrambi sono parificati.

Sicuramente non si può ora intervenire con un sistema demolitivo per cui è opportuno predisporre quelle forme di correzione che, sebbene possono essere viste come inique, almeno hanno la prerogativa di dare regolarità a tutto il sistema paese.

Infine sono molto scettico verso chi pensa di aumentare le tasse per risolvere la problematica economica. I contribuenti sammarinesi sono numericamente troppo pochi per poter sostenere oneri di prelievo fiscale tale da reggere un sistema paese come il nostro. La nostra economia si deve sostenere con l’impresa altrimenti rischiamo di diventare uno stato fantasma.

Ritengo che comunque manchi a San Marino quell'idea di imprenditorialità che può portare lo sviluppo nei diversi settori economici primo fra tutti il turismo, in quanto per troppi anni la popolazione, gli imprenditori, i commercianti sono stati abituati in varie maniere e forme ad essere eccessivamente assisiti dallo stato.

Ultimamente si è parlato molto della necessità di ripensare la gestione delle risorse umane anche all'interno della pubblica amministrazione sammarinese. Una macchina enorme, costosissima e poco efficiente. Cosa ne pensa?

Intanto quando parliamo di Pubblica Amministrazione non dimentichiamo che stiamo parlando di una grande fetta della nostra società e delle aziende più grandi per occupazione e fatturato presenti sul territorio. Alcune di queste attività sono di sicura eccellenza, altre purtroppo (per gli aspetti economici) ma anche fortunatamente (per la capacità di ammortizzatore sociale) hanno semplicemente ruoli di integrazione lavorativa.

Non dimentichiamo che per anni c’è stata una politica in cui nel mercato del lavoro privato le aziende tenevano ed assumevano solo i più abili, capaci e sani, mentre lo stato si accollava l’onere di occupare tutti coloro che a diverso titolo non potevano essere più competitivi nel settore privato.

Come ho denunciato più volte, parlare di migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione, vuol dire poter disporre ad ogni livello di personale dipendente efficiente e in grado di affrontare le sfide più impegnative presenti sul lavoro, purtroppo dimentichiamo che nella P.A. molti dei dipendenti “non sono in grado di lavorare”.

Per fare un esempio su tutti, pensate solo all’'ISS (La sanità sammarinese. NdG), dove è occupato personale di alta specializzazione e qualifica, vi è una percentuale, comunque, importante di lavoratori con problematiche psico-fisiche tali da non poter operare in maniera efficiente.

Comunque ritengo che la Pubblica Amministrazione nella sua obbligata corsa verso un nuovo modello debba intraprendere il percorso della meritocrazia che deve diventare il primo vero punto di diversificazione fra i dipendenti eliminando logiche di eccessiva protezione sindacale che troppo spesso hanno danneggiato l’intero sistema.

Pensa che la ricerca medica e lo sviluppo di una sanità d'eccellenza possa essere una delle risposte alla crisi economica sammarinese?

La ricerca medica e l’eccellenza nel settore medico può sicuramente esserlo. Attualmente sono stati fatti i primi passi in questa direzione con l'istituzione del Comitato Bioetico, organismo fondamentale per promuove e sviluppare iniziative di ricerca nel settore della medicina che possono dare, oltre ai benefici economici, quell’immagine di capacità e professionalità di cui San Marino ha necessità di recuperare sia in ambito nazionale italiano che internazionale.

Segnalo l’importanza del Comitato Bioetico in quanto il settore d’eccellenza in ambito sanitario ha finora fatto piccoli passi, con piccoli errori ancora recuperabili, sarebbe stupido far sviluppare un settore senza regole precise che al primo inciampo fa crollare tutto il sistema (l’esperienza del settore finanziario mi sembra emblematico).

Ringrazio Claudio Muccioli per la disponibilità dimostrata. Nella speranza che queste testimonianze aiutino pian piano a renderci conto di quella che è la nostra realtà territoriale.

Scommettiamo su noi stessi. Abbiamo solo da guadagnarci.


SM

giovedì 4 novembre 2010

Voci dal Titano: Intervista ad Alessandro Rossi.


Pubblico oggi la prima di una serie di interviste realizzate a personaggi politici ed esponenti di istituzioni di San Marino. Sia chiaro: L'appartenenza politica degli intervistati è un fattore che non ho assolutamente tenuto in considerazione.

Certo, ho cercato di dare voce a tutte le parti. Senza voler portare il discorso lungo binari prestabiliti, ma con l'obiettivo di accorciare quella distanza, oggi troppo grande, fra popolazione e classe politica.

Quello che ho cercato di realizzare, è un discorso spontaneo fra due cittadini dello stesso paese che parlano senza censure e senza pregiudizi. Se sono riuscito nel mio intento, sta a voi giudicarlo.

Il tema è la democrazia. Quella con la D maiuscola.

Quel sistema di governo che dovrebbe avere come obiettivo ultimo quello di rappresentare la popolazione e fare il bene di un paese. Parleremo anche di E-Democracy, una parola che a molti sembrerà azzardata, ma che in alcune realtà sta dimostrando di poter essere la strada maestra per una politica più rappresentativa ed attenta alle esigenze della comunità.

Per chi ci crede, questa può essere una risposta vera. Nuova. Capace di un rapporto diretto e quotidiano con la popolazione. Senza paura di confrontarsi.

La prima di queste persone intervistate è Alessandro Rossi, politico sammarinese e Capitano Reggente dal 1 Aprile 2007 al 30 Settembre dello stesso anno. E' stato membro del Consiglio dei XII, della commissione Affari Esteri ed è attualmente delegato sammarinese presso l'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, con l'incarico di vice presidente della commissione Migrazioni, Rifugiati e Demografia. E' membro del partito di Sinistra Unita.

Incominciamo.

SM: Immagini che io sia un cittadino di un qualsiasi paese europeo che le chiede in modo informale e sincero di descriverle brevemente San Marino e la sua politica. Cosa mi risponderebbe?

AR: Immagina un paese in festa ogni sei mesi che festeggia la propria democrazia, immagina un panorama che va dalla neve al mare, immagina un piccolo lembo di terra dominato da un monte chiamato titano, non sappiamo perché non siamo Italia, ma siamo fieri del nostro non esserlo.

Uno degli effetti più evidenti della crisi sociale che sta investendo il nostro paese è la frattura che si sta formando fra la politica e la cittadinanza. Come crede sia stato possibile, in un paese piccolo come il nostro?

Non è la frattura fra politica e cittadinanza la causa, la causa è la dispersione del senso di comunitá messo sotto pressione dai colpi di un benessere per molti versi immeritato.

Negli ultimi tempi si sentono storie di ogni tipo su San Marino. In particolare si parla spesso e volentieri di collegamenti fra politica, istituti finanziari e malavita organizzata. Quanto c'è di vero secondo lei?

Purtroppo c’è anche questo a San Marino, e dobbiamo liberarcene quanto prima.

Crede che questo tipo di notizie "stupiscano" oppure crede che la popolazione fosse già in passato a conoscenza di queste situazioni "ambigue"?

La popolazione in fondo alla propria coscienza sapeva che la nostra economia era border line, ma il fatto che garantiva una qualitá di vita elevata per molti faceva chiudere gli occhi e la coscienza di fronte ai vari filibustieri che si stavano addensando all’ombra del monte.

Esiste il problema dell'omertà a San Marino?

Il nostro non è un sistema mafioso, ovvero non piú della media nazionale italiana, non è l’omertá il problema, spesso è la mancanza di coscienza e di conoscenza, si compiono atti illegali credendo che sia solo un sano approfittarsi delle opportunitá del sistema.

Che opinione ha degli organi di inforamzione sammarinesi (Televisioni, giornali, portali web)?

La televisione non essendoci pluralismo possibile è per sua natura governativa, i giornali essendoci un mercato ristretto spesso non privilegiano la qualitá dell’informazione rispetto al gossip, i portali sono in crescita.

Crede che l'informazione a San Marino sia veramente libera?

Cosa è la libertá? Il potere esercita il proprio dominio solo su uomini liberi che decidono di piegarsi ad esso per opportunismo.
Ma sono sempre uomini liberi.
L’informazione a San Marino io credo sia libera, ma non abbastanza per fare un salto di qualitá per diventare veramente un servizio di crescita culturale per il cittadino ed uno strumento di controllo del potere.

Lasciamo ora da parte la bagarre politica sammarinese e parliamo di Democrazia. I paesi del nord europa, e qualche lungimirante regione italiana stanno attuando da anni progetti di democrazia "dal basso". Si tratta di tentativi di avvicinamento fra popolazione ed istituzioni. Lei crede che sarebbe importante un contributo concreto e diretto della popolazione alla vita politica del paese?

Il vero cambiamento si attuerá a San Marino solo nel momento in cui i cittadini si riprenderanno la politica con azioni dal basso, il momento di crisi a questo fine puó fungere da ottimo incubatore per una democrazia migliore.

Sempre a proposito di "democrazia dal basso". San Marino, è uno dei paesi al mondo con le più alte percentuali di utilizzo di internet da parte della popolazione. Uno studio sulla popolazione sammarinese condotto nel 2006 da Gallina e Vertecchi dice che non c'è da stupirsi, visto che il paese non ha praticamente nè primo nè secondo settore, mentre concentra quasi tutta la sua forza lavoro nel terziario avanzato. A questo proposito, una delle "parole nuove" della democrazia europea è E-Democracy, ovvero l'esercizio della democrazia attraverso l'uso delle nuove tecnologie. Pensa che questo tipo di pratica avrebbe terreno fertile in un paese come San Marino?

A San Marino, viste le distanze e i numeri si può fare una ottima Democracy senza le E, ma occorre un grande sforzo culturale che porti il cittadino a comprendere che è veramente Lui e il suo senso di responsabilitá il suo lavoro ed i suoi valori il centro e il motore della democrazia.
La E, ovvero la tecnologia sta giá in parte aiutando questo processo di consapevolizzazione, ma in tutta onesta preferisco vedere dal vivo un viso davanti a me e convincerlo delle mie idee che non cercare di diffonderle attraverso uno strumento che crea comunque delle incomprensioni nella comunicazione.

Amy Gutman famosa teorica politica americana nonché preside dell'univerità della Pennsylvania, in un suo saggio affermava che la democrazia è una pratica che va insegnata, e che si dovrebbe puntare sulla formazione democratica nelle scuole. Non serve però andare in America per vedere pratiche di questo tipo. In Emilia Romagna ad esempio, ci sono progetti rivolti in questo senso, anche se i risultati sono incoraggianti ma non ancora soddisfacenti. Lei pensa che lavorare su una formazione democratica nelle scuole sia importante? Crede che il nostro sistema scolastico ne trarrebbe benefici concreti?

Cancellare l’insegnamento della educazione civica nelle scuole è stato un grande errore, mi auguro senza dolo, ripristinare qualcosa di aggiornato è un dovere che dobbiamo alla continuitá della nostra storia democratica.

"Rinnovamento" è la parola che più spesso si sente ripetere dai politici sammarinesi. Siamo veramente alla fine di un ciclo, o anche questa volta basterà qualche piccolo sacrificio per mantenere lo status quo?

End of the trail! Punto di biforcazione o nuova democrazia o dittatura.

I protagonisti di una rinascita politica ed economica di un paese peculiare come San Marino non possono che essere i giovani. Crede nelle capacità della gioventù di questo paese? Se si, pensa che siano messi nelle condizioni migliori per emergere?

Non sono messi nelle condizioni migliori per emergere e credo sinceramente che la politica non debba nemmeno troppo preoccuparsi di metterli nelle condizioni migliori, una sana competizione politica crea selezione, il problema è stato che la competezione è stata posta in essere nel riprodurre il modello dominante e non nel produrne uno nuovo, è qui che i giovani di diverse generazioni hanno fallito. Sono certo che una nuova classe dirigente emergerá a breve, ma come detto siamo in un punto di biforcazione e non so predire verso cosa muoverá questa classe dirigente che verrá, io lavoro per migliorare la nostra democrazia.

Una delle cause principali dell'attuale situazione sammarinese è la mancanza di una vera economia locale. Secondo lei, su cosa deve puntare San Marino per creare quell'economia "vera" di cui ha bisogno?

Le dinamiche economiche di un comprensorio ristretto come quello della Repubblica di San Marino sono molto brevi, recuperare reputazione e concentrarsi sul nostro territorio e quello circostante sono i due obiettivi prioritari per stabilire una economia di continuitá, quello che deve interessare ai sammarinesi non è la performance di breve periodo ma la sostenibilità nel lungo periodo per garantire la continuitá della indipendenza come abbiamo fatto nei secoli precedenti.

L’economia sostenibile è quella di territorio, il resto sono opportunitá da cogliere ma che non possono diventare core business della nostra comunitá.
Tutte le grandi civiltá sono stati spazzate via per eccessi di espansione non sostenibile, San Marino è un piccolo paradigma di civiltá e su questo i sammarinesi tutti devono riflettere attentamente.

Ringrazio Alessandro Rossi della disponibilità dimostrata.

Vi lascio con una frase di un "Rocker", che durante un concerto mi colpì molto.

"Dovremmo ricordarci un po' più spesso, che un paese non è di chi lo governa, ma di chi lo abita."
- Luciano Ligabue


SM

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mercoledì 13 ottobre 2010

Rimini: Commissariamento Carim. L'ombra del sospetto.


Il famoso detto che recita "non c'è due, senza tre", si rivela un'amara verità anche nelle vicende che negli ultimi mesi stanno travolgendo il sistema bancario riminese e sammarinese. Conseguenza inevitabile di un "effetto domino" iniziato con i provvedimenti dell'Italia contro San Marino (in primis, l'inserimento in Black List).

Il commissariamento della Cassa di Risparimo di Rimini, oltre che il terzo importante provvedimento degli ultimi mesi (dopo il Credito di Romagna e la Banca di Rimini), è però legato a motivazioni più complesse. Più oscure.

Partiamo con il raccontare un fatto che, con il senno di poi, è stato significativo. Mi riferisco alla ormai tristemente famosa "figuraccia del bar di Montecitorio", durante la quale un politico sammarinese (Teodoro Lonfernini), cercando un improbabile approccio informale con il Ministro Giulio Tremonti, racconta degli sforzi di San Marino per uscire dalla Black List e riportarsi così sulla "retta via". Il problema è che questa discussione viene fatta nel posto sbagliato. Al momento sbagliato.

Tremonti non si scompone e risponde a tono, con una frase che dice tutto.

"Basta prenderci in giro".

Poi se ne va, lasciando sul posto uno sbigottito drappello di diplomatici sammarinesi.

A distanza di qualche settimana, dietro quella frase pronunciata da Tremonti, c'è molto di più di una semplice affermazione. C'è una promessa.

Osservando le modalità con cui la Cassa di Risparmio di Rimini è stata commissariata infatti, potremmo oggi, allungare l'esclamazione di Tremonti.

"Basta prenderci in giro... adesso si fa come dico io."

Ecco che di li a qualche giorno BankItalia, attraverso un lapidario comunicato stampa annuncia il commissariamento di una delle più importanti banche di Rimini, dando come motivazione ufficiale "gravi perdite patrimoniali, gravi irregolarità e inadempienze di direzione, con particolare riferimento alla controllata Credito Industriale Sammarinese".

BankItalia insomma, (qualcuno dice su diretto invito di Tremonti) mette le mani sulla Cassa di Risparmio di Rimini che, controllando a sua volta una banca sammarinese (il Credito Industriale Sammarinese), permette all'Italia di entrare nel sistema bancario del Titano direttamente dalla porta di ingresso.

Un vero e proprio cavallo di Troia.

La notizia ovviamente fa scalpore, e nei giorni successivi escono allo scoperto le più disparate indiscrezioni. Si racconta soprattutto, che dietro a questa vicenda ci sarebbero motivazioni più politiche che economiche, ed in particolare, si farebbe riferimento a due fatti.

Il primo è il trattato denominato Basilea 3.

Si tratta di un accordo internazionale approvato dai Governatori della Banche centrali che "impone requisiti patrimoniali più severi per l'operatività delle banche, in modo che gli istituti abbiano più risorse per resistere a una crisi come quella dei mutui subprime che ha messo in ginocchio il sistema finanziario internazionale."

Se ne deduce facilmente che banche come Carim, solide e radicate sul territorio, rappresentano i partner ideali per i grandi gruppi reduci da un lungo periodo di crisi.

Questo, probabilmente è il primo motivo. Assorbire una banca "simbolo" per far capire all'intero sistema locale che l'invito di BankItalia a rispettare l'accordo di Basilea è un vero e proprio ultimatum.

La seconda di queste motivazioni "non ufficiali" è quella che passa da San Marino.

Sembra infatti, che la Cassa di Risparmio di Rimini, durante i controlli a cui è stata soggetta nei mesi scorsi, si sia rifiutata di dare ai commissari investigatori i nomi dei clienti della controllata "Credito Industriale Sammarinese".

la cosa più curiosa è che questa volta, sembra che non ci fossero particolari rimostranze da parte delle autorità sammarinesi. A porre il veto sulla faccenda, trincerandosi dietro il segreto bancario, sembra sia stato proprio l' istituto riminese.

Niente nomi insomma.

Sono probabilmente queste due le cause principali del commissariamento.
Fra di esse però, c'è una differenza importante.

Se per la prima motivazione, possiamo parlare di una vera e propria manovra politico-commerciale, nel secondo caso la situazione si fa -se possibile- ancora più torbida.

E' infatti comprensibile la reticenza del consiglio di amministrazione della banca riminese nel non voler sottostare ai dictat imposti dall'alto, ma non lo è affatto l'atteggiamento di protezione che essi hanno verso i nomi dei clienti della banca sammarinese. Se è vero che non c'è niente da nascondere, perché trincerarsi dietro il segreto bancario?

E' un po' come se uno di noi, accusato ingiustamente di un reato davanti ad un tribunale, non volesse fare i nomi dei suoi amici (anch'essi innocenti). Se è vero che l'accusa è infondata, perché rischiare di far arrabbiare il giudice?

Il sospetto che qualcosa da nascondere ci fosse, nasce andando ad esempio a guardare le cariche ricoperte del consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio di Rimini e del Credito Industriale Sammarinese.

Saltano allora fuori collegamenti che mettono la famosa "pulce nell'orecchio". Ad esempio è il caso del Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione della Cassa di Risparmio di Rimini, consigliere anche del Credito Industriale Sammarinese e contemporaneamente, anche Consigliere del Consiglio direttivo del Club Rotary Rimini Riviera.

A qualche malizioso infatti, potrebbe venire in mente la possibilità che fra le cose da nascondere, ci fosse anche un collegamento proprio con la famosa associazione filantropica (il Rotary Club), che durante la sua lunga storia è stata più volte messa sotto esame dalla "Civiltà Cattolica", che attraverso tre articoli (16 Giugno 1928, 21 Luglio 1928 e 16 Febbraio 1929) si occupò della questione massonico-rotaryana, che veniva definita come: "un'emanazione massonica, una nuova specie di massoneria che opera in pieno giorno". Anche Don Curzio Nitoglia, riportando la sua testimonianza, in un articolo ne parla in questi termini:

"In breve, il Rotary Appare come una massoneria pubblica e come l'anticamera di quella esoterica e segreta, ove i massoni possono facilmente pescare delle persone, che vi sono entrate per ingenuità, per farne dei fratelli a tre puntini."

La prima vicenda poco chiara che mette in collegamento il Rotary Club e San Marino passa dall'ex Ufficiale della marina militare italiana Giorgio Hugo Balestrieri, Vice Presidente del Rotary Club di New York.

Giorgio Hugo Balestrieri è anche colui che, insieme ad Angelo Boccardelli, nel 2006 riceve le chiavi della famosa Fondazione dedicata all'ambasciatore di San Marino Giacomo Maria Ugolini.

Ma è a questo punto che la questione prende una brutta piega. Perché il 22 Dicembre 2009, i Ros entrano nella sede della Fondazione Ugolini, il lussuoso albergo Villa Vecchia di Monte Porzio Catone, e arrestano Angelo Boccardelli ed altre persone, tutti con la pesantissima accusa di associazione mafiosa e legami con la 'ndrangheta. Cercano anche il Balestrieri, che però è al sicuro a New York.

Per la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, la Fondazione era uno dei terminali imprenditoriali della 'ndrina dei Molé di Gioia Tauro.

Come se non bastasse, i collegamenti con San Marino non si fermano qui, visto che la società che sponsorizzava le conferenze della Fondazione Ugolini era nientepopodimeno che Eutelia SpA, famosa per le sue numerose vicissitudini che più di una volta, hanno portato gli inquirenti sul Titano.

Sono solo supposizioni, ma sono anche interessanti spunti di riflessione. Sarebbe certamente più facile avere la certezza che ci stiamo sbagliando, che sono solo coincidenze.

Per esserne sicuri però, in passato si sarebbe dovuto alzare il velo su un esasperato segreto bancario, che da troppo tempo ormai penalizza la considerazione di San Marino all'estero, infangando la nostra bandiera. La nostra storia.

"Gli esseri umani si dividono in 3 categorie: quelli che preferiscono non avere niente da nascondere piuttosto che essere obbligati a mentire, quelli che preferiscono mentire che non aver niente da nascondere e quelli che amano sia mentire sia nascondere."

Albert Camus


SM

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sabato 18 settembre 2010

Stato di Ingiustizia. Intervista ad Ornella Gemini


Ognuno di noi, definendosi "cittadino", riconosce una serie di diritti e di doveri che nella sua vita, ha imparato a considerare fondamentali. Inalienabili. Questi diritti, si parte dal presupposto che siano garantiti dallo stato in cui si vive e si lavora.

Lo si dà per scontato, almeno fino a quando non capita di doverne verificare in prima persona la solidità.

Ecco che troppo spesso, quei diritti che fino ad un giorno prima pensavamo fossero nostri, possono venire calpestati. Ignorati. Siamo, d'improvviso, deboli ed indifesi. Alla mercé dei più forti.

Una definizione di "Servizio Pubblico di base", ce la fornisce la legge italiana. Più precisamente l'articolo 146/1990, che in realtà parla di diritto allo sciopero, ma traccia nel contempo, valori fondamentali del diritto costituzionale.

Leggiamolo.

« Art. 1: ...sono considerati servizi pubblici essenziali, ...costituzionalmente tutelati, alla vita, alla salute, alla libertà ed alla sicurezza, alla giustizia, alla libertà di circolazione, all'assistenza e previdenza sociale, all'istruzione ed alla libertà di comunicazione. »

Eccoli qua. Sono i pilastri. Le fondamenta. Dategli il nome che volete. La tutela di questi valori rappresenta il termine di paragone per giudicare la qualità di un paese.

Osservando questi aspetti infatti, possiamo dire o no se uno stato è libero, se posso o meno dire quello che penso o camminare per strada tranquillamente. Se sarò curato in caso di malattia, se sarò aiutato se disoccupato. Se i miei figli potranno studiare o se avrò giustizia nel caso subissi un sopruso.

Cerchiamo adesso di capire a che punto siamo noi, un piccolo paese su un piccolo monte in mezzo alla penisola Italiana.

A che livello questi valori sono tutelati nell'antica terra della libertà?

Di cose che non funzionano ce ne sarebbero tante da raccontare. Ma non servirebbe. Sarebbe l'ennesima lamentela sterile.

Non riuscirei a dare l'idea di cosa prova un essere umano, quando questi diritti gli vengono strappati di dosso. Per comprendere veramente, dobbiamo ascoltare qualcuno che ha subito questo tipo di violenza. Si avete letto bene. Violenza. La violenza dell'ingiustizia.

Parleremo allora con Ornella Gemini. La madre di Niki Aprile Gatti. Un ragazzo che lavorava e viveva a San Marino. Un ragazzo morto in carcere in circostanze ancora da chiarire. Una vittima di un sistema incapace di tutelarlo. Un sistema disarmato che, anche dopo la sua morte, non riesce a fare luce sulla vicenda. Troppo debole e apatico.

Ornella Gemini, ci può raccontare dal suo punto di vista chi era Niki Aprile Gatti e che cosa ha subito?

  • Niki era un ragazzo splendido nel fiore dei suoi anni, pieno di sogni, progetti, genialità,educato con sani principi, con il mondo tra le mani ed ha subito l'ingiustizia più grande che possa esistere, la privazione della sua stessa esistenza!

    Cos'era secondo lei, San Marino per Niki? Qual era la sua considerazione per questo paese?

  • Niki amava San Marino, rappresentava la realizzazione del suo sogno lavorativo, da piccolissimo Niki giocava con il computer, a 11 anni ne ha assemblato uno, io sono stata una delle prime famiglie ad Avezzano ad avere Internet perché gli avevo regalato anche se piccolo, abbonamenti a riviste specializzate ed era sempre all'avanguardia, a 18 anni lo mandai a Milano a fare un corso per Web-Design, ho sempre assecondato la sua passione, e San Marino equivaleva a concretizzare le sue aspirazioni.

    E per lei che cosa rappresenta San Marino? Qual è la sua considerazione di questo stato?

  • Mi fa una domanda alla quale rispondo usando molta diplomazia.....Per me San Marino rappresenta lo Stato che mi ha fatto perdere un figlio e uno Stato che nonostante questo non ha saputo …...dare le adeguate risposte alle mie più che legittime domande. Vicende come la mia, che distruggono famiglie, che mettono in ginocchio anche i più forti,che annullano sogni,aspettative,aspirazioni, storie che ti piegano e che ti fanno annaspare in una spasmodica ricerca di chiarezza, storie consumate dal disinteresse,dalla superficialità e dal qualunquismo. Storie nascoste ,mistificate da chi ha il potere e il dovere di far conoscere i fatti e che,invece, toglie voce a chi non l’ha più per non lasciare trasparire nulla dei drammi che si consumano nei luoghi sacri dello Stato......Uno Stato deve delle Risposte, Niki lavorava presso società Sammarinesi, Niki abitava lì......Niki aveva solo 26 anni....Il volto di Niki fino a quando non avrà Verità e Giustizia rimarrà presso le vostre strade …..e non solo...

    Dopo la sua vicenda, quali sono state le sue azioni a San Marino per avere risposte?

  • Io e la mia Famiglia abbiamo intrapreso tutte le strade possibili, ci siamo rivolti alla Gendarmeria, poi al Vostro Tribunale ma, anche sullo stesso reato le interpretazioni fra Italia e San Marino sono state opposte....Avevamo fatto la Denuncia per il furto nell'abitazione di mio figlio e nella Società in cui lavorava e nella quale aveva una partecipazione, ed è stato tutto Archiviato. Vede io penso che non si deve interpretare la legge, la si deve applicare…e applicare la legge significa leggere correttamente i fatti,è pericoloso fare diversamente, perché così si puniscono non i colpevoli ma gli innocenti,si punisce una seconda volta chi ha già subito…Inoltre a San Marino, ho pianto, ho pregato, ho bussato, ho supplicato....

    Cosa chiese alle istituzioni di San Marino, dopo la sua vicenda? Quali risposte ebbe?

  • Chiesi le indagini sulla Società e sul furto nell' abitazione, perchè come è facile da comprendere io nei computers di mio figlio avrei trovato la chiave della sua morte.

    Si è concluso il tutto ipotizzando persino che fosse stato Niki a portarli via e quando??? e Come?????? L'Azienda era perfettamente funzionante il giorno 19 Giugno 2008 (giorno degli arresti)e poi non vi si trova piu'nulla, il 19 Niki è stato arrestato e poi …...Il bravissimo David Oddone fece anche un articolo titolato “Sul Titano i morti rubano i computers!!!”

    Come giudica l'operato delle istituzioni di San Marino in merito alla sua vicenda? Sia durante che dopo i fatti.

  • Mi chiede troppo....nelle mie risposte precedenti credo di essere stata esaustiva!!Troppo spesso si pensa che non assumersi responsabilità sia il modo migliore per non sentirsi colpevoli...Le indagini condotte, a mio modesto avviso, sono state carenti e non hanno dato risposte sia durante che dopo.

    Pensa che suo figlio sia stato tutelato dalle istituzioni di San Marino? Se pensa di no, perché? Quali sono state le mancanze?

  • Uno Stato che offre lavoro deve tutelare le persone che lo svolgono, dovrebbe offrire tutele e garanzie, Jean Paul Sarte così si esprimeva:”E' vero che non sei responsabile di quello che sei, ma sei responsabile di quello che fai di ciò che sei.” Uno Stato ha la responsabilità nei confronti dei cittadini,nei discorsi e comportamenti,nel ricercare soluzioni efficaci e efficienti per dare a tutti la possibilità di sognare…Tutto questo con il mio Niki non è stato fatto..... Lo Stato di San Marino avrebbe potuto fare molto anche con la Procura di Firenze.... è stato Assente.

    Ma la Responsabilità richiede il coraggio di uscire dai soliti schemi,di liberarsi e di ritrovare il sentiero della dignità per lottare contro ogni orrore e riacquistare credibilità agli occhi delle tante persone che posso assicurarLe... le domande se le pongono.....

    Che tipo di riscontro ha avuto nella popolazione e nei media di San Marino?

  • Dalla popolazione devo dire sono stata molte volte appoggiata anche sul Blog,penso che avrebbero potuto fare di piu' ….se solo per un attimo avessero pensato che Niki poteva essere anche figlio loro (la mia è una famiglia normalissima) e che forse abitando lì i figli sono ancora piu' esposti.... Il giornale che piu' ha dato voce al mio Niki è stata l'Informazione di San Marino con il bravissimo Dott. David Oddone.

    Una delle critiche più pesanti che vengono rivolte oggi al sistema giudiziario Sammarinese riguarda il suo “immobilismo”. Quasi mai infatti, il sistema agisce di sua spontanea iniziativa, ma sempre in risposta ad indagini che nascono fuori confine. Come giudica questo tipo di comportamento?

  • Ecco vede questo infatti avrei voluto dirLe, perchè le inchieste devono sempre “arrivare” da voi e mai “partire” da Voi???????? Questo è emblematico....Ad esempio le persone coinvolte nell'inchiesta Premium sono ancora nel vostro Stato? E se si, sapreste dirmi come è finita l'Inchiesta Premium e le loro responsabilità? Perchè di questo, uno Stato dovrebbe accertarsene. Lo Stato non è un’alleanza tra gli uomini naturale e spontanea come i legami di amicizia o i legami affettivi che danno origine alla famiglia. Lo Stato si basa su un accordo volontario tra uomini e donne, che riconoscono di aver bisogno di una Organizzazione Superiore perché la loro vita si svolga nell’Ordine della legge e nella Sicurezza.

    Si sente tradita da queste istituzioni? Sia Sammarinesi che Italiane.

  • Si, da entrambe, da una parte Firenze con l'Archiviazione non mi ha permesso autonome Indagini fondamentali per l'accertamento della causa della morte, dall'altra San Marino con l'Archiviazione non mi ha permesso il ritrovamento dei computers....Lei capisce che mi sono stati tolti gli strumenti fondamentali?? Lei sa che ad esempio io non sono mai stata ascoltata dai Pm delle Indagini??

    Ma le posso dire una cosa?? Ho un altro figlio e finché avrò vita non gli permetterò di mettere piede nel vostro Stato, perché il Vostro Stato se avesse voluto, mi avrebbe facilitata in tutto!!!

    Pensa che San Marino e l'Italia abbiano in qualche modo contribuito al velo che ancora ricopre la sua vicenda? O si sono limitate ad archiviare l'accaduto, ignorandolo?

  • Non lo hanno ignorato a mio avviso....anzi ….ma hanno contribuito entrambi gli Stati a coprirlo, perché approfondirlo avrebbe significato molte cose...forse TROPPE!!

    Cosa chiede oggi, alle istituzioni di San Marino? Qual è la sua speranza per il futuro?

  • Io mi sono rifiutata avendo ben capito, anche di fare opposizione all'archiviazione avvenuta a San Marino, perché la ritengo un'offesa alla mia intelligenza, per cui al Vostro Stato non chiedo più nulla, in quanto la mia speranza è riaffermare ciò che avviene sempre sul Vostro territorio, rientrare grazie ad un Bravo Magistrato con una nuova Inchiesta che faccia riaprire il tutto e faccia giustizia al mio Niki.

    Perchè come disse Arthur Schopenhauer

    Ogni Verità attraversa tre fasi:
    - Prima viene ridicolizzata,
    - Poi incontra una violenta opposizione
    - Infine viene accettata come palese."

    Io ho perso un figlio che era la mia Vita e posso assicurare ad entrambi gli Stati che non mi fermerò, fino all'ultimo giorno della mia Vita e fino all'ultimo mio respiro, io cercherò la Verità negata!! Io dimostrerò quello che urlo da due anni e mezzo, Niki non si sarebbe MAI suicidato!!!

    Ne riparleremo!!!

    Grazie

    Ornella Gemini (mamma di Niki Aprile Gatti)

Grazie a te Ornella.

Spero che queste parole, piene di sentimento e di dolore, riescano a far capire la gravità di questa situazione ad una popolazione assopita.

Prendiamo coscienza di quello che ci stanno togliendo. Alziamo lo sguardo dal nostro piccolo giardino fiorito.

Nessuno vi può dare la libertà. Nessuno vi può dare l'uguaglianza o la giustizia. Se siete uomini, prendetevela.”

-Malcom X


SM


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