venerdì 16 luglio 2010

Flavio Carboni e San Marino. La Nuova Massoneria sul Titano.


La notizia dell’arresto del faccendiere Flavio Carboni e di due suoi collaboratori (l’imprenditore napoletano Arcangelo Martino e il geometra ex esponente DC Pasquale Lombardi) apparsa su tutti i giornali italiani, sta mettendo in luce una serie di retroscena talmente torbidi da poter tranquillamente finire in un romanzo.

Pare che i tre avessero messo in piedi una vera e propria associazione di stampo massonico “stile P2”.

Ma chi è Flavio Carboni?

Meglio noto con l’appellativo di “Faccendiere dei misteri”, Flavio Carboni è un imprenditore sardo che appare in tutte le più oscure vicende della storia recente italiana.
In particolare, troviamo un suo ampio coinvolgimento sia nel caso Calvi, sia nel recente scandalo scoppiato intorno ai fondi per l’Eolico in Sardegna.

Nel mezzo, storie e intrighi fra massoneria, camorra e importanti esponenti delle istituzioni Italiane. Non manca nessuno.

E’ un facoltoso imprenditore il Carboni. Ama viaggiare e non si fa mancare niente.
Al punto che ha cinque cellulari sempre con sé e, nel suo lungo peregrinare, dimostra una particolare predilezione per alcune terre tipiche dell’entroterra Romagnolo. In particolare apprezza le bellezze e l’accoglienza tipica del monte Titano. Forse per l’aria di montagna.

Ama a tal punto San Marino, che arriva ad organizzare molti dei suoi incontri proprio in Repubblica. Uno di questi, vede coinvolti Marcello Dell’Utri e il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Tema della riunione (scriverà il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo): "Portare avanti un progetto di associazione occulto ed autonomo per piazzare gli uomini giusti per fare affari". Il tutto placidamente all’ombra del Titano.

Non è uno di quei turisti “mordi e fuggi” Flavio Carboni. Si affeziona.
Si affeziona a tal punto, che non si limita ad organizzare in Repubblica solo incontri intimi. Anche quando deve fare affari cerca sempre di coinvolgere in qualche modo gli amici sammarinesi che, evidentemente, hanno proprio uno spazio speciale nel suo cuore.

Ad esempio, quando si trova nell’impellenza di dover riciclare 5 milioni di euro da reinvestire nell’Eolico in Sardegna e nella corruzione di vari esponenti politici, trova l’aiuto che cerca proprio sul monte fra la Romagna e le Marche.

Lo scoprono i Carabinieri quando, sequestrando 64 assegni da 12.500 euro, versati dall’autista di Carboni su un conto del Credito cooperativo fiorentino, vengono a sapere che quei soldi sono stati prelevati da una banca Sammarinese.

Ma sono solo 800 mila euro, e all’appello mancano altri 4 milioni e 200 mila euro (circa), chissà dove saranno?

Purtroppo per gli inquirenti, il prode autista a questo punto tace.

Sempre secondo i Carabinieri, questa pseudo loggia massonica composta da Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi, avrebbe stretto contatti con il potente clan camorristico dei Sarno, egemone a Ponticelli ma con ramificazioni in molte zone della provincia napoletana.

Un classico lavoro di riciclaggio, in cui la “loggia” si occupava di ungere chi di dovere e ripulire il denaro sporco tramite investimenti.

I tempi si sa, cambiano. Ed oggi a San Marino tira un'aria diversa. Anche se ancora non è ben chiaro se sia più pulita o no.

In ogni caso, la politica collaborazionista del governo Sammarinese dovrebbe, dopo questi arresti eccellenti, portare quantomeno ad una riflessione. Perché una cosa è certa: A San Marino qualcuno ha aiutato Flavio Carboni e soci. Soggetti che lo hanno spalleggiato e coperto.

Resta da capire chi sono queste persone.

Forse ai più la gravità di questo tipo di collaborazioni non appare evidente. Sembrano i soliti intrecci politici, giochi di raccomandazioni e di denaro magari frutto di qualche evasione fiscale.

Invece no.

Stiamo parlando di soggetti che vanno a braccetto con la camorra. Gente che ricicla denaro proveniente dal commercio della droga e della vendita di armi. Assassini senza scrupoli.

Se è vero che l’aria a San Marino è cambiata, il primo passo è allontanarsi da questo mondo.

Serve una dimostrazione concreta. La mafia a San Marino non è la benvenuta.

SM

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giovedì 1 luglio 2010

Vicenda SMI: Asini e Gogne Mediatiche.


Quando durante l'ultimo congresso di stato, a proposito della pubblicazione sui media italiani della lista dei 1200 clienti SMI, si è parlato di "
azione di terrorismo verso gli imprenditori italiani", non lo si è fatto a sproposito. Sembra infatti proprio questo il vero obiettivo di quello che è ad oggi la più grave violazione da parte dell'Italia, della segretezza di atti riguardanti individui che operano con San Marino senza che essi siano in alcun modo implicati in nessun tipo di indagine. Un vero e proprio sopruso.

Ma andiamo con ordine.

Tutto nasce nel Dicembre 2009 quando, sui media sammarinesi il colonnello Vincenzo Amendola del Nucleo speciale di Polizia Tributaria di Roma, parlando della vicenda dichiarava:

il gruppo Amphora è costituito da una finanziaria, una fiduciaria e una società di leasing espressione della Smi Sa di San Marino. Attraverso queste società, la Smi captava i capitali, li portava a San Marino, affidava loro una veste giuridica diversa, quindi li ripuliva, per reintrodurli sul territorio italiano e riutilizzarli. Alla Procura di Roma risultano indagate oltre 50 persone, tra imprenditori e funzionari: diverse le persone sentite. Siamo arrivate a loro, mediante il sequestro di capitali che stavano viaggiando alla volta di San Marino. L’indagine, iniziata nel 2007, abbraccia un periodo di tempo che va dal 2006 al 2009: si calcola una movimentazione di denari sul miliardo di euro."

Da quei giorni ad oggi le indagini sono proseguite e, nel mentre, si sono susseguite una serie di richieste da parte dello stato italiano di rogatorie mai concesse da San Marino, fino ad arrivare alla famosa lista, prima vera dimostrazione di buona volontà da parte delle autorità Sammarinesi. Tale documento, contiene la bellezza di 1200 nominativi, dei quali solo una cinquantina imputabili alle vicende giudiziarie in esame.
Il brutto è che sui giornali italiani i nomi ci sono tutti. Una vera e propria gogna mediatica.

Ma quello che è successo non è solo da imputare all'Italia.

E' infatti assolutamente inaccettabile che un governo che dovrebbe avere l'autorità per garantire e tutelare gli individui onesti che operano all'interno del territorio, si sia fatto buggerare in un modo così incredibile. Ancora più grave, è l'evidenza di un'ingenuità ed una mancanza di esperienza nella gestione dei rapporti internazionali veramente imbarazzante e senza possibili giustificazioni di sorta.

Il solo pensare che un elenco così facilmente manipolabile a fini politici (vedi giornali ed uffici stampa di partito che leccandosi i baffi, hanno dato vita ad uno scorrimento compulsivo avanti e indietro della lista, alla ricerca di nomi collegabili alla controparte politica) potesse restare nell'anonimato, significa solo due cose: O si sapeva come sarebbe andata a finire ma lo si è lasciato fare (per un qualche misterioso motivo), oppure -ipotizzo- un'allucinazione collettiva ha fatto credere al governo che San Marino fosse diventato improvvisamente un'enclave della Svezia. E allora tutti tranquilli, nella consapevolezza di stare trattando con un paese serio. Purtroppo invece, siamo all'interno di una nazione che sul tema "politica e media", non perde occasione di scavare il fondo del famoso barile. Ormai ampiamente sfondato.

Passato l'effetto della visione mistica, ora ci si indigna e si fa la voce grossa.
Anche in questo caso c'è da porsi delle domande. Ad esempio sarebbe opportuno chiedersi "con chi" si sta discutendo, visto che l'Italia fa tutto tranne che considerare minimamente quello che si dice sul Titano. Con il risultato che sembra di assistere ad una conversazione fra un asino ed una sedia. Al massimo vola qualche calcio, ma un dialogo è difficile. Su questo argomento si potrebbe suggerire di coinvolgere una qualche autorità internazionale, fermo restando che se c'è una cosa che negli anni San Marino non è riuscito a fare, è proprio guadagnare peso in campo Europeo.

Dobbiamo però fare attenzione. Se è vero che da parte del governo sammarinese è necessaria un'azione decisa in risposta al comportamento scorretto dell'Italia, dall'altra non dobbiamo distogliere l'attenzione dal fatto in sé. La lista -volenti o nolenti- è stata resa pubblica, e il quadro che ne emerge è abbastanza desolante.

Specifichiamo una cosa: Essere in questa lista significa unicamente aver avuto un rapporto con la società SMI, non certo essere un delinquente. Quello che invece fa storcere il naso, è osservare come tante personalità del mondo della politica italiana (in particolare appartenenti a comuni limitrofi), che nei mesi scorsi non perdevano occasione per stigmatizzare i comportamenti del Titano, sono poi i primi ad avere rapporti finanziari con la piccola Repubblica. Per la serie "la coerenza prima di tutto".

Ci auguriamo che l'indagine "Amphora" proceda nel migliore dei modi, e che la collaborazione fra i due stati non sia morta nella culla. Proprio per dare modo al nuovo indirizzo politico del paese di dimostrare che San Marino non intende più rendersi complice di vicende come questa.

A patto che dall'altra parte si agisca nel rispetto della sovranità, dell'onore e della dignità sammarinese.

Chiudo con una citazione:

"Tutti dicono che l'onore non conta niente e invece conta più della vita. Senza onore nessuno ti rispetta."
-Goffredo Parise

Difendiamolo.


SM